Ciro D’Alessio nasce a Napoli nel 1977. Compie studi umanistici e filosofici ed in parallelo comincia la sua attività pittorica, prima come autodidatta, poi sotto la guida di alcuni esponenti della pittura figurativa napoletana, con i quali espone le sue prime opere. Partecipa quindi a numerose collettive in giro per l’Italia ed a diverse mostre mercato, dove ha modo di apprezzare l’interesse per i suoi lavori.
Trova nella pittura un aggancio alla concretezza sensibile del mondo, che gioca un ruolo ormai così marginale nella cultura contemporanea, avviata su percorsi di smaterializzazione e fabulazione.
L’interesse per la materia sensibile lo ha portato in una prima fase a sperimentare un impressionismo figurativo molto personalizzato. In seguito la materia pittorica si è progressivamente sempre più staccata dalla sua funzione raffigurativa e simbolica per diventare il fine stesso della pittura, in un libero gioco di contrasti ed armonie.
“Impressionismo informale” è la formula che ha scelto per sintetizzare questa fase del suo lavoro: “impressionismo” perché l’ ispirazione dell’ opera è data da un’immagine concreta e sensibile; “informale” perché le energie e le sensazioni racchiuse in tale immagine vengono come liberate dai limiti della forma, per concretizzarsi in materia pittorica che si espande in libertà.
Formazione e principali ultime mostre:
Liceo Classico, studi di Filosofia alla Federico Secondo, apprendistato pittorico presso la bottega dei pittori Antonio Villani e Antonio Gravina.
2014 Biersonale al Castel dell’ Ovo di Napoli Primigenia,
2018 Imprenism informel, Gyf-sur-Ivette, France, mostra personale
2018 Ciro D’Alessio a Rivisondoli, mostra personale, Museo della natività Rivisondoli 2019 Città Madre, con Giovanni Manzo e Dario Gargiulo, presso Palazzo Venezia a Napoli
2020 Impressionismo Radicale, Galleria Il Castello Maddaloni.
L’autenticità artistica di Ciro D’Alessio è insita nel corpo mentale della sua spatola, vero strumento dell’irriducibile impressione aformale con la quale si concretizza la totale estensione della realtà sensibile sulla tela.
Infatti, D’Alessio non ha debiti con l’Assoluto. All’uomo non è concesso stabilire quale sia la forma idonea nella quale debba abitare l’esistenza, così la sua pittura è il dialogo sinestetico tra l’occhio e le metamorfosi della materia vivente e la struttura dinamica dell’esistenza diviene la tangibile maniera di presagire un altrove nell’ordinario.
Il mondo, dunque, non è sparito dalla superficie pittorica ma, come un catartico rovescio, ne emergono le tensioni articolari, il suo scalpitante ed incontenibile fluire e defluire dei toni nei quali si ritrovano i luoghi ed i tempi in cui comunica l’essenza.
Così, attraverso la forma-colore, la realtà si scopre composta di viscerale vitalismo, di euritmica e sentimentale corporeità in cui si esprimono libere movenze e sinergie fatte di cielo, di mare, di terra e di umanità. Carmela Di Maro.